Pet Therapy


Origini della Pet Therapy

La Pet Therapy è una forma di co-terapia che utilizza la relazione uomo-animale per portare benefici di tipo fisico emotivo e psicologico all’uomo.
Il padre della Psicoanalisi Sigmund Freud fu il precursore della Pet Therapy con il suo Chow Chow di nome Jofi dal 1930 al 1937.
Ufficialmente la Pet Therapy nasce negli Stati Uniti negli anni ‘50-’60 con lo psichiatra infantile Boris Levinson, ed il suo cane Jingles, che casualmente aiutava un piccolo paziente autistico ad esternare le proprie sensazioni interiori e ad esprimersi attraverso uno scambio affettivo e giocoso.
Levinson ne dedusse che l’animale fosse un mediatore utile a ristabilire i contatti sociali e a migliorare lo stato psicofisico dei propri pazienti.
Il cane divenne il co-terapeuta in modo sistematico nella relazione psicoterapeutica.

La Pet Therapy oggi

Alla definizione comune di Pet Therapy (cura degli animali d’affezione) è subentrato il concetto di Interventi Assistiti dagli Animali (IAA).
Gli interventi assistiti dagli animali sono state regolamentati dalle linee guida nazionali derivati dall’accordo del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano che li classificano in:

  • Terapia Assistita con gli Animali (TAA): intervento a valenza terapeutica finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale su prescrizione medica.
  • Educazione Assistita con gli Animali (EAA): intervento di tipo educativo che ha il fine di promuovere, attivare e sostenere le risorse e le potenzialità di crescita e progettualità individuale, di relazione e inserimento sociale delle persone in difficoltà, migliorando la qualità di vita e l’autostima del soggetto coinvolto. (attività anche di gruppo)
  • Attività Assistita con gli Animali (AAA): intervento con finalità di tipo ludico-ricreativo e di socializzazione attraverso il quale si promuove un miglioramento della qualità di vita e la corretta interazione uomo-animale.

Fondamentale sottolineare che tutti gli IAA sono il risultato di un lavoro sviluppato in un equipe multidisciplinare in quanto le sedute mettono in gioco varianti psicologiche, fisiche, cognitive, emozionali e relazionali sia per l’uomo che per l’animale. L’equipe deriva dalla collaborazione di diverse figure professionali specialistiche:

Medico veterinario esperto in IAA: collabora con il responsabile di progetto, o dell’attività in caso di AAA, nella scelta della specie animale e della coppia coadiutore – animale valuta i requisiti sanitari e comportamentali dell’animale impiegato e indirizza alla corretta gestione dello stesso assumendone la responsabilità.

Coadiutore dell’animale: prende in carico l’animale durante le sedute. In tali fasi assume la responsabilità della corretta gestione dell’animale ai fini dell’interazione e provvede a monitorarne lo stato di salute e di benessere, secondo i criteri stabiliti dal medico veterinario al quale riferisce eventuali sintomi di malattia o di disturbi del comportamento.
Il coadiutore dell’animale è in possesso di comprovata esperienza nella gestione delle specie animali impiegate negli IAA. Deve stipulare una polizza assicurativa per l’attività svolta con l’animale.

Per le TAA e EAA ci sono anche il:

Responsabile di progetto: coordina l’équipe nella definizione degli obiettivi del progetto, delle relative modalità di attuazione e valutazione degli esiti. È un medico specialista o uno psicologo-psicoterapeuta, per le EAA pedagogista, educatore professionale

Referente di Intervento: prende in carico la persona durante la seduta ai fini del raggiungimento degli obiettivi del progetto. Il responsabile di progetto, per tale ruolo, individua un’idonea figura professionale dell’Area sanitaria di cui al D.I. 19/02/2009 o appartenente alle professioni sanitarie (ex Legge 43/2006 e D.M. 29/03/2001) e di documentata esperienza e competenza in relazione agli obiettivi del progetto stesso.

Per le EAA una figura professionale in possesso di diploma di laurea triennale (o titolo equipollente) in ambito socio sanitario, psicologico o educativo oppure in possesso di documentata esperienza e competenza in relazione agli obiettivi del progetto stesso, assumendosene la responsabilità.

Per le AAA è sufficiente il:

Responsabile di Attività: organizza e coordina le attività. Il ruolo di responsabile nelle AAA può essere ricoperto da figure professionali e operatori con esperienza e competenza in relazione agli obiettivi dell’attività stessa.

Fondamentale è comprendere che gli interventi assistiti necessitano di un progetto modellato dall’equipe al fine di raggiungere degli obiettivi specifici ben definiti.

Gli animali impiegati

Gli animali impiegati negli IAA appartengono alle specie domestiche in grado di instaurare relazioni sociali con l’uomo. Le specie maggiormente impiegate sono:

  • Cane
  • Cavallo
  • Asino
  • Gatto
  • Coniglio

ma si stanno aprendo nuove prospettive anche con altri animali come alpaca o avicoli.

L’idoneità di specie e del singolo animale, ai fini dell’intervento, viene valutata dal veterinario comportamentista dell’equipe, congiuntamente al responsabile di progetto. Gli animali scelti devono essere sottoposti preventivamente ad una valutazione sanitaria del medico veterinario. A seguito della valutazione ne viene riconosciuta l’idoneità che deve essere costantemente monitorata nel corso degli interventi.

Inoltre gli animali devono essere sottoposti ad una valutazione comportamentale da parte del medico veterinario specializzato in comportamento animale (o etologi) che ne attesti il buono stato di salute, le capacità, il carattere, l’attitudine e la propensione.
Tutti gli animali devono seguire uno specifico percorso educativo e di addestramento, al fine di predisporlo alle attività assistite tutelando il benessere animale stabilito dall’Articolo 7 della Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia legge 201/2010.

Aree di intervento

Le principali aree di intervento riguardano le disabilità fisiche e/o cognitive, utenti ospedalizzati, tutti i disturbi riguardanti l'infanzia e l’adolescenza, utenti anziani (RSA) ma vengono impiegati anche per soggetti “normo-tipici” con obiettivi specifici ed esperienziali come bassa o eccessiva autostima, difficoltà comportamentali, problemi di attenzione, rispetto delle regole, difficoltà mnemoniche, disturbi dell’apprendimento, gestione degli stati ansiosi e promozione dell’attività fine e grosso motorio.

Meccanismi di base

La Pet Therapy viene comunemente considerata come un catalizzatore di benessere generico nella persona che è a contatto con l’animale.
Ma il vero problema è la determinazione scientifica di questi benefici.
Trasformare in dato numerico una condizione emotiva o fisica in utenti con disabilità, può diventare un’impresa giunonica. Tuttavia esistono ad oggi numerosi studi che dimostrano l’efficacia della Pet Therapy in diverse aree fisiche ed emotive/psicologiche:

  • abbassamento della pressione sanguigna e la regolarizzazione del battito cardiaco;
  • riduzione della pressione arteriosa, rallentamento della frequenza cardiaca, normalizzazione del ritmo cardiaco e rallentamento delle onde elettriche cerebrali;
  • rilascio di endorfine, ossitocina e dopamina;
  • inibizione dell’amigdala e abbassamento del livello di cortisolo;
  • rilassamento, polarizzazione dell’attenzione;
  • incentivo al movimento con miglioramento del tono muscolare e della coordinazione fine e grosso motoria; miglioramento nella percezione dello schema fisico e dello stato di equilibrio;
  • rilassamento muscolare, rilassamento psichico, riduzione dei tremori da Parkinson, riduzione delle contratture muscolari e di crisi epilettiche.

Questi sono solo esempi di studi inerenti gli interventi assistiti che ci permettono di dare una connotazione scientifica e ricavare dati tangibili sul benessere fisico derivato dalle sedute di Pet Therapy.

Curiosità:

  • Accarezzare gli animali non è la panacea di tutti i mali e non è sufficiente per essere definita Pet Therapy
  • “Prendo un cane così faccio Pet Therapy sempre” il cane di casa seppur ci riempia la vita di affetto non fa Pet Therapy, è un membro della famiglia!
  • Il professionista crea un programma con obiettivi diversi e specifici per ogni singolo progetto.
  • Un coadiutore professionista e professionale non porta mai più di un animale in seduta.
  • I cuccioli non fanno Pet Therapy, bisogna aspettare almeno l'anno di vita
  • Il binomio cane-coadiutore cresce, studia e lavora insieme, è un percorso formativo sia per il cane che per il coadiutore
  • Prendere una data razza canina perché adatta alla Pet Therapy o ai bambini non è una garanzia al 100% perché non tiene conto dell’unicità dell’animale e delle sue peculiari caratteristiche
  • Prendere un cane per i bambini aiuta solo se il rapporto è guidato, se ci si rispetta e ascolta reciprocamente, se ci si prepara tutti ad accogliere un nuovo membro della famiglia e soprattutto se il cane si sente libero di fare il cane!
  • Gli animali non sono surrogati dei bambini, ma creature con caratteristiche diverse per natura
  • Durante gli interventi assistiti il cane va tutelato e rispettato nelle modalità e nei tempi di lavoro più adeguati a lui

Conclusioni

Fondamentale è comprendere che alla base della Pet Therapy c’è la relazione! Tutte le relazioni hanno bisogno di cura, tempo, rispetto, costanza e coerenza anche quella tra uomo e animale. Non è sufficiente accarezzare un cane o inserirlo nel nucleo familiare per fare Pet Therapy. L’intervento assistito è possibile grazie al lavoro, lo studio e l’esperienza alla base della relazione del binomio uomo-animale che si rispecchia nelle attività svolte in seduta. Il coadiutore dell’animale deve tutelare in primis l’animale, creando le condizioni e l’ambiente ottimale per favorire la relazione con l’utenza. Un personale qualificato in grado di progettare, accompagnare e guidare la relazione fa la differenza sul risultato finale!

Dott.ssa Lucia Martucci

Dott.ssa Lucia Martucci
Master in Pet Therapy: Esperta in Interventi Assistiti con gli Animali
Master in autismo e disturbi dello sviluppo
Operatore cinofilo CSEN

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